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I giovani e l'inclusione, la speranza.

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L'idea del nostro gruppo era di destinare il questionario a ragazzi tra gli 11 e i 20 anni in modo da sondare nel territorio quale fosse l'idea maggiormente diffusa tra gli adolescenti a riguardo dell'inclusione, permettendo a noi di capire le eventuali differenze di sensibilità nelle diverse zone della città (centro, periferie, campagne) e nelle differenti fasce di età. Sottoponendolo, invece, ad un gruppo di persone di età media superiore ai 20 anni e frequentanti lo stesso corso di studi, i risultati generali sono tendenzialmente omogenei. Nonostante le domande da noi ideate mirino principalmente all'inclusione dello straniero, mi piacerebbe soffermarmi su quelle domande che, invece, permettevano una riflessione sul senso più ampio del concetto da noi proposto calando l'inclusione in ambito scolastico , lavorativo, fisico e chi più ne ha più ne metta. Per quanto riguarda la prima domanda che interrogava sull'idea generale di inclusione si può nota

LO SPORT COME STRUMENTO DI INCLUSIONE

Osservando i risultati ottenuti dal questionario sull'Inclusione, si nota che il 52% dei soggetti ritiene lo sport uno strumento per favorirla. Questo significa che lo sport è ritenuto importante non solo per il benessere fisico, ma anche per la funzione sociale che svolge. Insegna il rispetto delle regole, la convivenza con la diversità, ad allearsi per raggiungere un obiettivo comune, a vincere le difficoltà ed infine è un collante per i tutti i popoli.  Di conseguenza, si deve agire per incentivare la pratica dello sport sin da quando si è bambini. Nonostante ciò, dal questionario effettuato, risulta che, del 36% dei soggetti che praticano sport, oltre la metà di essi non si sente incluso nel gruppo sportivo al quale appartiene. Questo dato non è da sottovalutare, anche se il campione preso in considerazione è ridotto. https://mag.endu.net/ruolo-chiave-dello-sport-come-strumento-di-aggregazione-e-integrazione/
Dal questionario possiamo notare quanto il tema dell' inclusione, sia un argomento di forte attualità ma anche molto dibattuto. Riguarda qualsiasi ambito da quello lavorativo, scolastico, sportivo, tempo libero..  Si parla di inclusione non solo verso le persone diversamente abili, ma anche verso lo "straniero" (o  quello che noi reputiamo come tale).  Concentrerei l'attenzione sull'ultima domanda del questionario relativa ai metodi per migliorare e favorire il processo educativo. Le risposte sono state varie: molte proponevano di educare fin da piccoli alla collaborazione, alle differenze, all' empatia, alla  sensibilizzazione verso le culture altrui e verso ciò che è diverso da noi; altri suggeriscono di favorire la diffusione delle informazioni soprattutto nelle scuole, le quali sono il primo punto di incontro che i bambini hanno con la "diversità".  A tal proposito Erikson propone sette punti chiave per favorire l' inclusione nelle scu

Una vera inclusione non può che partire dalla scuola

"Uno dei compiti fondamentali dell’istituzione scolastica è quello di individuare le differenze tra i singoli  studenti , per comprenderne i diversi bisogni ed esigenze affinché possa essere promossa l’ inclusione  in classe. Tuttavia per la  Scuola , non basta solo comprendere quelle che sono le differenze, appare necessario anche saperle valorizzare, per trasformarle in risorse. Da tale assunto parte la didattica dell’inclusione." http://www.igeacps.it/come-promuovere-linclusione-in-classe-per-i-bambini-con-dsa/

immagrazioni/emigrazioni

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Dal questionario (vedi i risultati nell'immagine in basso) risulta che il 61% dei partecipanti ritiente che il rapporto tra immigrazione ed emigrazione in Italia è a favore dell'emigrazione degli italiani verso l'estero. Il restante 39% dice, invece, che ci sono più casi di immigrazione verso il nostro Paese. Comunque, per entrambe le divergenze, le risposte si accumulano presso il bilanciamento delle migrazioni, dando una valutazione interemedia tra "chi va e chi viene". Va specificato che avendo una scala da 0 a 5, viene esclusa una valutazione di equilibrio perfetto: i partecipanti hanno dovuto esprimere per forza una tendenza piuttosto che l'altra. Questo è un articolo de la Repubblica che parla, appunto di questo tema: "Immigrazione, sorpasso dopo anni: più italiani all'estero che stranieri in Italia"
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