I giovani e l'inclusione, la speranza.


L'idea del nostro gruppo era di destinare il questionario a ragazzi tra gli 11 e i 20 anni in modo da sondare nel territorio quale fosse l'idea maggiormente diffusa tra gli adolescenti a riguardo dell'inclusione, permettendo a noi di capire le eventuali differenze di sensibilità nelle diverse zone della città (centro, periferie, campagne) e nelle differenti fasce di età.
Sottoponendolo, invece, ad un gruppo di persone di età media superiore ai 20 anni e frequentanti lo stesso corso di studi, i risultati generali sono tendenzialmente omogenei.
Nonostante le domande da noi ideate mirino principalmente all'inclusione dello straniero, mi piacerebbe soffermarmi su quelle domande che, invece, permettevano una riflessione sul senso più ampio del concetto da noi proposto calando l'inclusione in ambito scolastico, lavorativo, fisico e chi più ne ha più ne metta.
Per quanto riguarda la prima domanda che interrogava sull'idea generale di inclusione si può notare come questa venga identificata come obiettivo da raggiungere, come caratteristica indispensabile, come processo graduale che richiede la cooperazione di tutti. Si può quindi affermare che quello dell'inclusione sia un tema che tocca molto la sensibilità dei giovani del nostro corso che la sentono come un bisogno, come è poi confermato dalle risposte alla seconda domanda aperta che, invece, interroga sul come migliorare e/o favorire il processo di inclusione. A questa domanda vengono proposti corsi di sensibilizzazione che diffondano coscienza e conoscenza del significato stesso della parola “inclusione”, oppure una diffusione più trasparente di dati, leggi e avvenimenti in modo che anche i più pigri non possano trovare scuse all'ignoranza o, ancora, è proposta un'educazione delle differenze, dell'empatia, dell'informazione che parta sin dalla prima infanzia.
Vero è che queste risposte tendono tutte nella stessa direzione, e forse era prevedibile essendo, il gruppo ricevente il questionario, molto omogeneo negli interessi e nell'età, è anche vero che queste risposte a volte possono sembrare vaghe e ci sarebbe forse da chiedersi chi, davvero, sarebbe pronto a mettersi in gioco per primo per permettere che questo grande ed indispensabile obiettivo venga raggiunto, ma ulteriormente vero è che questo non può che dare speranza nel osservare tanta propositività nei confronti di questo argomento e tanta apertura alle varie possibilità di inclusione che ci è sembrato opportuno proporre (viaggi, sport, gioco).

Nel link che segue troverete il documento che spiega come l'Europa abbia voluto rendere i giovani protagonisti dell'inclusione, sia come soggetti inclusivi sia come soggetti inclusi.




Commenti

Post popolari in questo blog

Una vera inclusione non può che partire dalla scuola